Metric in versione estiva verrebbe da pensare notando l’allusione decisamente vacanziera del titolo di questo ottavo album. “Formentera” in realtà è un luogo dell’anima per lo storico quartetto canadese, un’isola che c’è ma dove non sono mai stati limitandosi a sognarla durante i lunghi mesi di pandemia che hanno segnato gli ultimi anni. Viaggi immaginari quelli di Emily Haines, James Shaw, Josh Winstead e Joules Scott-Key che da uno studio di registrazione a migliaia di chilometri di distanza si sono proiettati su spiagge idilliache.
Nove brani all’insegna del divertimento sfrenato dunque? Nulla è così semplice nel mondo dei Metric e per capirlo basta solo lasciar scorrere i primi minuti dei ben dieci che compongono “Doomscroller”, traccia d’apertura sui generis: ritmata e dai toni decisamente dark, con lampi di sintetizzatori e un crescendo sfrenato sembra l’inizio di un viaggio da incubo. L’atmosfera si alleggerisce subito dopo grazie a “All Comes Crashing” e “What Feels Like Eternity” per poi sfiorare il pop nella title track.
Non mancano momenti più indie (“Enemies Of The Ocean” ad esempio) ma è innegabile che quelli del 2022 sono Metric meno esplosivi che arrivano al climax della tensione per poi lasciarsi andare nel finale, piazzando qualche bel numero (la conclusiva “Paths In The Sky”) ma incappando in altrettanti incidenti di percorso (“False Dichotomy” e “Oh Please”). Non sono più i tempi di “Live It Out” e “Fantasies”, i dieci anni passati da “Synthetica” hanno lasciato il segno. Resta un album che mantiene il ritmo sostenuto, intrattiene ma senza riuscire a stregare.
Credit foto: Justin Broadbent