Sono stati resi noti i vincitori delle Targhe Tenco 2022, in un’edizione che non vedeva dei favoriti assoluti alla vigilia (e meno male”…) e che pertanto portava in dote un alone di mistero e di curiosità  su chi alla fine si sarebbe aggiudicato l’ambito riconoscimento.

C’è da ammettere comunque che, pur regnando un certo equilibrio, con alcune categorie in particolare dove si è giocato punto a punto  (mi riferisco soprattutto a quella della miglior Opera prima e dell’Album collettivo a progetto), una volta svelati i nomi dei cinque finalisti tutto sommato non si è assistito a grandi sorprese.

MIGLIOR ALBUM IN ASSOLUTO: MARRACASH ““ “Noi, loro, gli altri”

OPERA PRIMA: DITONELLAPIAGA ““ “Camouflage”

CANZONE SINGOLA: “O Forse Sei Tu” ““  scritta da ELISA TOFFOLI  e DAVIDE PETRELLA

cantata da Elisa

INTERPRETE DI CANZONI: SIMONA MOLINARI ““ “Petali”

ALBUM IN DIALETTO: “‘A67 ““ “Jastemma”

ALBUM COLLETTIVO A PROGETTO: “The Gathering”  prodotto da FERDINANDO ARNà’

I vincitori ritireranno le rispettive Targhe al  Teatro Ariston ““ Sanremo nelle serate dedicate alla RASSEGNA DELLA CANZONE D’AUTORE (PREMIO TENCO) il 20, 21, 22 OTTOBRE 2022

Personalmente, anche se non si sono affermati tutti i nomi che avevo votato al ballottaggio, non mi viene da gridare allo scandalo visti gli esiti finali.

Ecco quindi nel dettaglio un mio commento su questa edizione, con considerazioni sparse sui vari protagonisti.

MIGLIOR ALBUM IN ASSOLUTO

Ad aggiudicarsi la Targa più ambita è stato quindi  Marracash, che con 53 voti ha battuto con qualche brivido quella che era forse la sua rivale più accreditata, vale a dire Cristina Donà   (che si è fermata a 47 preferenze totali). Più staccati  Giovanni Caccamo  e Max Manfredi, rispettivamente con 42 e 38 voti, mentre terminano  ex aequo  i due outsiders  Erica Boschiero  e Federico Sirianni  che chiudono la posta in palio in modo comunque dignitoso, raggranellando 20 preferenze.

Erano tutti dischi a loro modo gradevoli e di qualità , che in una Rassegna d’Autore dovrebbe sempre valere come primo requisito, ma forse in effetti quello di  Marracash, su cui all’inizio non avrei scommesso molto, si stagliava di netto non solo a livello stilistico ma proprio per l’immaginario evocato.

Al ballottaggio ho votato proprio lui, pur apprezzando molto  Cristina Donà   ed altri artisti qui presenti (specie la Boschiero  e Max Manfredi), perchè anche se magari i dischi di  Caccamo  e di  Sirianni  ““ validissimi nel genere ““ erano più conformi alla storia del Tenco, secondo me mancavano di quel  quid  in più per sbaragliare un nome “forte” come quello del rapper milanese.

Tornando alla Donà , che seguo da inizi carriera con molta passione, dal mio punto di vista non ha realizzato il suo lavoro migliore, pur essendo “DeSidera” una spanna sopra la miriade di produzioni che ogni anno viene immessa sul mercato.

MIGLIOR OPERA PRIMA

Nella sezione che aveva destato più “scalpore” (le virgolette sono d’obbligo, pur sempre di musica in fondo si sta parlando) per la presenza massiccia di artisti di forte matrice pop-mainstream, per un nonnulla si stava per consumare il “colpo grosso” da parte di un progetto artistico sulla cui sostanza “d’autore” nessuno ha proprio da eccepire (e a cui ho dato fiducia sin dalla prima fase delle votazioni).

Se Ditonellapiaga  (artista in fortissima ascesa dopo la positiva partecipazione al Festival di Sanremo) alla fine ha vinto come ci si poteva aspettare, lo ha fatto con un solo punto di vantaggio rispetto al duo  Djelem do Mar  composto dalle talentuosissime Sara Marini  e Fabia Salvucci, accompagnate da un  pool  di musicisti eccellente: 51 a 50 il verdetto finale quindi a favore della romana Margherita Carducci  ma con un bel po’ di suspense!

Il “grande sconfitto” a questo punto è stato  Blanco  (45 preferenze), il ragazzo che in coppia con  Mahmood  aveva sbancato il Festival e che era percepito alla stregua di un asso pigliatutto”… francamente, però, la sua musica, che potrà  pure avere un valore per i tanti giovani che lo seguono, è al momento molto lontana da ciò che una manifestazione come il  Premio Tenco  dovrebbe veicolare.

Più staccate le due giovani  Isotta  (28 voti) e Ariete (27), molto differenti come proposta musicale, con la seconda già  proiettata verso il successo di massa, col suo  it-pop  non così lontano da quello di tanti ragazzi di “Amici”.

MIGLIOR CANZONE

Ho sperato vincesse Alessandro D’Alessandro, magnifico musicista (qui coadiuvato da gente del calibro di  Elio  e David Riondino), autore di una canzone deliziosa e in un certo senso arguta; il fatto che tra i  competitor  ci fosse una fuoriclasse della nostra musica pop come Elisa  rendeva la faccenda (per lui e per gli altri concorrenti in lizza per la Targa) molto complicata.

Mi concedo ora una digressione, premesso che ogni giurato avrà  le sue idee e le proprie ragioni:

[Nulla da dire sulla bravura di Elisa, però quante volte mi è già  “uscita” la parola “Pop” in questo articolo?
Ecco, il succo delle tante polemiche, che da anni si abbattono puntualmente su questa storica e amata Rassegna, sta tutto lì, in questa apertura a brani e artisti di area commerciale che un tempo, nemmeno troppo lontano, non sarebbero mai stati accostati a Luigi Tenco, ma tant’è”… pur non condividendo appieno questa nuova politica, credo che difficilmente si potrà  tornare indietro e ammetto che l’inserimento di certi nomi in cartellone abbia avuto anche l’effetto di avvicinare un pubblico maggiore alla manifestazione. Chiusa partentesi].

La Toffoli, tutto sommato, non ha certo demeritato con quella “O forse sei tu” che già  era notissima sin dal Festival di Sanremo, però forse da parte della Giuria si poteva “osare” di più.

Alla fine dieci voti di differenza non sono pochi tra lei e D’Alessandro  (53 a 43), eppure dal punto di vista qualitativo lo scarto non era poi così netto.

Si sono difesi bene anche Zen Circus  Brunori Sas  che in coppia con la loro  “generazionale”  canzone “Ok Boomer”  (titolo pessimo!)  hanno raccolto 41 preferenze, facendo meglio di  Cristina  Donà   (34, e quindi rimasta all’asciutto nonostante avesse due nominations  in gara), di  Andrea Tarquini  (la sua “In fondo al “‘900”, classica canzone da “Premio Tenco”, si è fermata purtroppo a 26 punti) e di  Rancore, che con l’interessante “Freccia” ha convinto solo 18 giurati.

MIGLIOR INTERPRETE DI CANZONI

Confidavo in una vittoria di  Olden, che eseguendo dei brani inediti di  Gianni Siviero  ha realizzato un album di indubbio valore, ma non avevo fatto i conti con l’appeal  ancora forte esercitato dalla bravissima Simona Molinari  (alla fine impostasi proprio sull’artista perugino per una decina di preferenze: 53 a 43).

Il fatto è che in passato la Molinari  aveva fatto di meglio, quindi mi ha abbastanza sorpreso che abbia conquistato lei la Targa. In ogni caso non posso dire che il suo sia un brutto disco, anche se la mia preferenza era andata appunto altrove.

L’equilibrio alle spalle della vincitrice è stato assoluto, se pensiamo che dietro  Davide Sellari  (alias  Olden), i validi  Peppe Barra,  Cristina Zavalloni  e Mario Venuti  hanno rispettivamente accumulato 42, 41 e 40 preferenze.

MIGLIOR ALBUM IN DIALETTO

Mi ha sorpreso positivamente, invece, l’esito di questa sezione ““ che ritengo da sempre la più affascinante -: in cinquina erano arrivati alcuni “mostri sacri” come James Senese,  Nino D’Angelo  Davide Van De  Sfroos, eppure ad aggiudicarsi la prestigiosa Targa sono stati gli  “‘A67, autori di un album pregevolissimo come “Jastemma”.

Posso ritenermi soddisfatto perchè, anche se al ballottaggio avevo indicato il bellissimo disco di  Nino  D’Angelo, al primo turno tra i miei tre nomi avevo con convinzione inserito anche il gruppo di Scampia, in grado poi con 54 voti totali di battere sul filo di lana il fuoriclasse James Senese  (che ha chiuso con 53 preferenze).

Più staccati  D’Angelo  (48),  Davide Van De Sfroos  (46) e soprattutto la bravissima Manutsa  (solo 19 giurati hanno speso il suo nome), in lizza con un album contaminato, intenso e viscerale: sono sicuro che sentiremo parlare a lungo di lei.

MIGLIOR ALBUM COLLETTIVO A PROGETTO

Infine, anche per la sezione più particolare, quella degli album a progetto, c’è stato un testa a testa finale che ha tenuto col fiato sospeso.

A vincere la Targa è stato  “The Gathering”, prodotto dal valente Ferdinando Arnò  con 54 preferenze, contro le 52 di  “Parole liberate”, e per quanto io avessi votato al ballottaggio quest’ultimo disco, devo ammettere che l’affermazione di  Arnò  è meritata, trattandosi di un disco davvero molto interessante e suggestivo.

Più indietro, a livello di punteggio, sono finiti  “Lella per sempre”  (29) e, a pari merito,  “Capo Verde, Terra  d’amore. Il vinile”  e “Music for Change #21”, con 26 voti.

POSTILLA FINALE

Per mia inclinazione, oltre che per gusto personale, mi interesso e mi occupo di musica d’autore anche una volta spenti i riflettori sul  Premio Tenco; anzi, spesso durante l’anno mi piace dedicare spazio ad alcuni dischi e progetti di qualità  che, a mio avviso ingiustamente, faticano ad emergere e a trovare collocazione in altri contesti.

Eppure in questo mese, o meglio, principalmente a ridosso dell’elenco dei finalisti ““ e ovviamente una volta conosciuti i vincitori ““ la Rassegna  e le Targhe  in particolare diventano quasi un  trend topic  fra gli appassionati di musica; per lo meno è ciò che accade nella mia “bolla”  social  (molto frequentata da cultori musicali, addetti ai lavori, giornalisti e musicisti), come se davvero ci fosse un interesse tangibile per le sorti della nostra canzone d’autore.

Il più delle volte però il tutto si riduce a scontro dialettico, a polemiche senza fine, talvolta anche costruttive e sensate, ma più spesso inconcludenti e faziose, tanto che verrebbe voglia veramente di dire agli interessati che nessuno è obbligato a scrivere o parlare del  Tenco, come in realtà  di nessun argomento se veramente non c’è un reale interesse.

Di musica d’autore (questo è il  topic  del mio post, se non lo si è capito, e ciò che mi sta più a cuore) se ne produce per fortuna ancora tanta in Italia, e di buona fattura: per fortuna non tutto dipende da un Premio, seppur importante come questo, o da quanto si è noti e conosciuti.

Basta informarsi, cercare, ascoltare, tenere le orecchie dritte e attente, e avere soprattutto sempre accesa la lampadina della curiosità  e della passione: solo così non troveremo più motivi di lamentarci che la musica contemporanea “fa schifo”!

 
 

Photo Credit: Andrea Di Quarto, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons