Sfidare il gran caldo per andare al Castello di Spezzano a Fiorano Modenese (MO) a vedere i Tindersticks. Ecco l’impegno che mi sono preso in questa afosa domenica. Impegno tutt’altro che gravoso, sia chiaro, perchè i veterani Tindesticks sono, fin dal primo album datato ormai 1993, garanzia di altissima qualità : un dark pop da camera, impreziosito dai toni baritonali di Stuart Staples, che può mandare in estasi tanto chi apprezza atmosfere musicali torbide e drammaticamente poetiche quanto fan inconsolabili di eroi come Jarvis Cocker o National. Se a tale eleganza sonora ci aggiungiamo anche la suggestiva location di un cortile come quello de castello di Spezzano, beh, si capisce subito perchè tutti posti a sedere (200 circa, a colpo d’occhio) sono riempiti.

Nell’attesa dell’inizio del concerto combattiamo con il caldo opprimente (le signore con il ventaglio hanno avuto, in effetti, un’ottima idea!) e le zanzare assassine. Ore 21.15 ecco la band! Nonostante l’afa i Tindersticks non rinunciano a un look elegante: Stuart addirittura in giacca. Formazione a 6, con le chitarre che in certi momenti diventano 3, per avere un suono decisamente pieno e corale.

Una prima parte di rodaggio, se mi permettete il termine, come se la formazione inglese (decisamente poco loquace, giusto i saluti d’ordinanza) dovesse prendere le misure alla serata. Tutto fila via liscio, composto, quasi scolastico nella sua perfezione, poi però il ritmo inizia ad aumentare, la gente più coinvolta e la seconda parte del live si fa decisamente più interessante e da “The Amputees” in poi è un crescendo rossiniano di emozioni e intensità , anche grazie alla scaletta che si fa più accattivante. Funziona alla grande sopratutto lo scambio vocale di Stuart con il giovane bassista, che nei controcanti e nei cori di “Say Goodbye To The City” e “This Fire Of Autumn” si fa parecchio apprezzare, rendendo davvero magici i due brani. Il pubblico gradisce assai.

Per i fan della prima ora non mancano nemmeno “Her” e “Blood” dall’esordio, prima della chiusura, alle 23 più o meno, con “Take Care In Your Dreams”, che spinge tutti i presenti ad alzarsi in piedi per la meritata standing ovation. Giustamente.

Bello notare come, tanto quanto sul palco i Tindersticks siano composti, professionali e quasi distaccati, in realtà , dopo il live, si concedono al loro pubblico in modo molto generoso e aperto, nota di merito in più per una band che dopo 30 anni di attività  ancora dimostra di meritarsi attenzioni e complimenti.