è una tensione positiva quella che anima il nuovo disco degli Eugenia Post Meridiem. Eugenia Fera, il bassista Matteo Traverso, il tastierista Giovanni Marini e il batterista Matteo Gherardi Vignolo uniscono ormai da qualche anno le loro diverse influenze personali – elettronica, psichedelia, jazz, soul e indie – in un mix vario ed eclettico che dopo “In Her Bones” del 2019 approda al nuovo album. Otto brani freschi e melodici con numerosi cambi di ritmo fin dalle prime accattivanti note di “unchained will”.
“around my neck” combina invece math rock con fraseggi di chitarra che possono ricordare i Radiohead d’inizio millennio (Greenwood è una delle fonti d’ispirazione dichiarate di Marino). “willpower” mette insieme soul e post punk in un crescendo graffiante e animato, il contrasto con “whisper” non potrebbe essere più grande: impianto da ballata classica modernizzata con cori armonizzati, vocoder e un assolo di chitarra tiratissimo. “tiny prospectives” torna al math rock contaminato da linee melodiche ed elementi di elettronica che la rendono una delle tracce più interessanti del disco pari merito con “ocean flows” dove i fiati arricchiscono il mood di una sognante ballata.
I Radiohead di “Kid A” sono nuovamente fonte d’ispirazione per le atmosfere di “crucial spring” mentre “maze of gazes” guarda alle sonorità del chitarrista londinese Oscar Jerome ed è un piccolo viaggio fuori dalla realtà , “un’esperienza mistica” come l’ha definita Eugenia Fera. Il quartetto livornese dimostra di volersi mettere in gioco, di saperlo e poterlo fare in ventinove minuti di concreta vivacità . Non volevano fare musica banale e ci sono riusciti, “like I need a tension” è un buon viatico per il futuro degli Eugenia Post Meridiem.
Credit Foto: Ragù Studio