10. TUTTI FENOMENI
Privilegio Raro
[42 Records/Epic Records Italy]
La nostra recensione
Giorgio Quarzo Guarascio aveva bisogno di confermare il suo brillante esordio, cosa non facilissima ma che al nostro eroe riesce con incredibile naturalezza, aiutato ancora una volta da Niccolò Contessa che fa un gran lavoro e fa sentire la sua presenza in ogni brano.
Insieme a Lucio Corsi fa parte dei giovani autori nei quali ripongo le maggiori speranze, Tutti Fenomeni è tornato con il piglio giusto, incisivo e mai banale sia nei testi che nelle musiche, per Lucio siamo in attesa trepidante.
Giorgio Quarzo Guarascio è un cantautore con molte frecce nella sua faretra, non è di certo ancora come Franco Battiato, e forse non lo sarà mai, ma sicuramente è uno dei pochi autori italiani che ha il suo coraggio.
9. THE SMILE
A Light for Attracting Attention
[Self Help Tapes]
La nostra recensione
Se Thom Yorke e Johnny Greenwood tornano insieme e formano una band, pur chiamandola con poca fantasia The Smile, è abbastanza ovvio che alcuni fan sperino in un ritorno ai Radiohead della prima ora con tanto di chitarra maggiormente protagonista nei brani.
Poi escono i primi brani e poi questo “A Light for Attracting Attention” e si scopre che il passato è inesorabilmente andato, e mi sembra anche giusto, ma lo smalto rimane ora è accompagnato da anni di scrittura che permette di creare un album dove si riconosce molto del passato ma allo stesso tempo si propone qualcosa di diverso.
Anche merito della sezione ritmica, e mi riferisco a Tom Skinner, l’album assume diverse sfumature che lo rendono una dimostrazione evidente che la band può avere un suo futuro svincolandosi dal passato.
8. C’MON TIGRE
Scenario
[Intersuoni]
La nostra recensione
I C’mon Tigre hanno una serie di qualità che li rende unici, la prima sicuramente che sono una delle poche band italiane con un reale valore internazionale che si realizza nel sound e nella scelta dei collaboratori, attraverso loro la musica diventa anche espressione grafica, una capacità di colpire nel segno davvero sorprendente.
Riconoscimenti che non tardano ad arrivare, recentemente hanno vinto il premio come miglior video musicale per “Twist Into Any Shape” al the London International Animation Festival 2022, superando rivali come The Smile, Fleet Foxes, Gorillaz, Animal Collective e Mogwai.
“Scenario” è un lavoro fantastico e incredibile, a partire dalla copertina fino all’ultima nota.
7. WET LEG
Wet Leg
[Domino]
La nostra recensione
C’è una regola non scritta quando si ascolta la musica cosiddetta indie, una band può essere scanzonata e divertente, si può anche perdonare il fatto di aver raggiunto un certo successo, ma quando le due cose sono presenti contemporaneamente allora meglio tenere le distanze.
Eppure Re Mida Dan Carey in fondo ripete la stessa operazione che ha fatto con i Fontaines D.C., nulla di nuovo ma tutto costruito abilmente e impiattato in modo da poter far esaltare in modo brillante la (più o meno valida. materia prima. La differenza? Nessuna, anche se ad essere proprio sincero le Wet Leg sono decisamente più divertenti.
6. STROMAE
Multitude
[Mosaert Label]
La nostra recensione
Il ritorno di Paul Van Haver è la sorpresa dell’anno, non tanto perchè avessi dubbi sul valore dell’artista ma semplicemente perchè con “Multitude” ha superato ogni più rosea aspettativa.
Album intenso,sincero e musicalmente affascinante che tocca momenti commoventi unici, capaci di entrare nel profondo personale “L’Enfer” o nella tematica sociale “Santè” con chirurgiche sanguinanti incisioni che non lasciano indifferenti.
5. ELVIS COSTELLO & THE IMPOSTERS
The Boy Named If
[EMI / Capitol Records]
La nostra recensione
Cosa si può ancora dire di Elvis Costello, di certo possiamo dire che oggi la sua qualità compositiva è ancora altissima e si ripete con una costanza che ha dell’incredibile .
“The Boy Named If” è l’ennesimo album perfetto, i brani sono costruiti e composti con la solita maestria, arrangiati e eseguiti da musicisti eccezionali, sono un susseguirsi di piccole gemme che ti riconciliano con la vera musica d’autore.
E’ sempre un privilegio e una grande piacere poter nuovamente sognare tra le note e i racconti di maestro Elvis.
4. BIG THIEF
Dragon New Warm Mountain I Believe In You
[4AD]
La nostra recensione
I Big Thief tornano facendo le cose alle grande e realizzando un album doppio registrato in quattro fasi distinte, il risultato è un lavoro che necessita di ascolto e meno immediato del solito.
Che Adrianne Lenker sia una grande cantautrice di certo non lo scopriamo ora ma “Dragon New Warm Mountain I Believe In You” aggiunge un tassello importante nella storia della band, aggrappata al passato ma con piccoli frammenti di futuro.
3. ARCTIC MONKEYS
The Car
[Domino Records]
La nostra recensione
Gli Arctic Monkeys hanno lasciato la luna, dove hanno azzerato tutto e ricominciato, e sono tornati sul terra, allora se “Tranquility Base Hotel & Casino” era il loro album d’esordio, in questo loro secondo lavoro si tolgono di dosso la polvere e quella sensazione gelida che la solitudine lunare ti lascia addosso per avvolgere maggiormente l’ascoltatore con una ricerca melodica più immediata.
“The Car” è stato un album divisivo, chi lo ha amato e chi non lo sopporta proprio, per quanto mi riguarda è una ulteriore crescita per gli Arctic Monkeys, anche in questo momento che sta suonando nella mia stanza mentre scrivo queste righe continuo a trovarlo assolutamente delizioso.
2. SORRY
Anywhere But Here
[Domino]
La nostra recensione
Giuro che non me lo aspettavo, il loro esordio mi era piaciuto parecchio ed era finito nella mia vecchia top ten, ma che fossero capaci di realizzare un album così bello è stata una vera sorpresa.
“Anywhere But Here” non è solo un insieme di brani riusciti, è anche un album musicalmente omogeneo con arrangiamenti e una registrazione particolare che gli danno un tocco di originalità e spontaneità , quasi fosse stato registrato in presa diretta.
Piccolo capolavoro che apre nuovi scenari, i Sorry non sembrano ormai più un duo ma suonano come una delle più grandi band indie, da tenere sotto costante osservazione.
1. BLACK COUNTRY NEW ROAD
Ants from Up Here
[Ninja Tune]
La nostra recensione
Isaac Wood è uscito dal gruppo, questa era la notizia che cadeva come una mannaia sul futuro dei Black Country, New Road mentre usciva il loro secondo album.
Oggi sappiamo che la band non è morta e continua senza il suo leader, la speranza quindi di nuovi album resta, vedremo se saranno all’altezza, intanto ci siamo goduti questo loro secondo album che confermava la loro grandezza.
“Ants from Up Here” è un passo in avanti e brilla dal primo all’ultimo brano, non poteva che essere il mio album dell’anno.