Il termine inglese “Slum”, come recitano le note di copertina del nuovo lavoro del Parto delle nuvole pesanti, indica le enormi baraccopoli costruite nelle periferie delle grandi città nelle diverse aree del mondo.
Le donne pagano il prezzo più alto di questo problema odierno, costrette alla prostituzione ed esposte a continue molestie.
La voce e la mimica della bravissima Milvia Marigliano dà vita e corpo a questo dramma supportata dalla performance musicale del Parto delle Nuvole Pesanti che non partecipano per la prima volta a progetti teatrali come questo (ricordo il bellissimo spettacolo “Roccu U Stortu”).
“Slum”, oltre ad essere uno spettacolo teatrale, è un cd e un dvd che testimoniano questa bellissima esperienza vissuta dal Parto nei teatri d’Italia.
Milvia Marigliano, come si può notare durante la visione del dvd, è un’ottima interprete e, sapientemente, riesce, con buone scelte registiche, a creare un gap tra la cultura africana e quella calabrese che si può ravvisare nelle fiabe che si susseguono nel corso dello spettacolo.
“Slum” è un percorso musical-teatrale che parte dall’Italia, nello specifico dalla Calabria e da Napoli, e arriva in un’Africa lontana seguendo, paradossalmente, il percorso inverso dei pescherecci e dei gommoni adibiti al pericoloso traghettamento dei clandestini.
Varie storie si intrecciano durante “Slum” tra cui quella di Myrna che fugge, dopo la morte di suo figlio Thomas, per mettere in salvo l’altro e quella di Nisa, una vecchia che ha vissuto la sua vita attraverso i piaceri della carne.
Queste vite vengono percepite dallo spettatore e dall’ascoltatore come apparizioni fugaci, pezzi di un puzzle da completare. La musica composta dal Parto è semplice, essenziale, si distacca di molto dalla loro produzione precedente, anche nei testi.
Musicalmente, si può rintracciare la forza e la vitalità delle canzoni di Roberto Murolo e Matteo Salvatore (come nella canzone “Il Pesce”), l’intellettualismo dei Talking Heads (citando un’intervista a Sirianni) e anche la bossa nova di Joao Gilberto e Antonio Carlos Jobim (ne la “Bossa Africana”).
Insomma, sia a livello musicale che testuale, c’è la vita, diversa da quella che viviamo tutti i giorni nella società del benessere. Milvia Marigliano e il Parto ci mostrano le vite degli altri, i diseredati, che vivono tra i rifiuti, nel dolore, nella polvere. Gente che vive come in una maledizione, afflitta da terribili morbi, come l’Aids, la ‘peste che si consegna in mille direzioni’, una malattia che ritroviamo benissimo anche nel cosiddetto ‘mondo civilizzato’.
“Slum” è una favola moderna, costruita in maniera intelligente unendo diversi stili e generi, che racconta un mondo lontano ma, in fondo, così vicino e invita l’ascoltatore-spettatore a confrontarsi con un universo in cui i diritti vengono inesorabilmente negati.
2. Diciammillu
3. Il Vampiro (Recitato)
4. Figghiuma
5. Acqua
6. Villaggio Turistico (Recitato)
7. Bossa Aricana
8. Ambulanza (Recitato)
9. La Peste
10. Furbo E Fesso (Recitato)
11. Il Pesce
12. Gli Amanti (Recitato)
13. Il Funerale
14. Mi Presento (Recitato)
15. Rahid
16. Slum Calabro
17. Mirna
18. Da Una Città All’Altra (Recitato)
19. Acqua Salata (Recitato)
20. Prova A Respirare
21. Jungiali