Mettere in fila i propri vuoti e dare un senso alle tante cose che sfuggono di mano è un esercizio faticoso. Riavvolgere i fili intrecciati delle tante idee intrappolate in una bolla di resina toglie il fiato. Giungere al momento in cui il giorno si curva è un’impresa titanica. Quotidianamente. E’ altrettanto difficile trovare un senso nell’ennesimo disco di Joseph Arthur, per giunta doppio, non molti mesi dopo “The Graduation Ceremony”, collezione di ballate autunnali fiorite in piena primavera. La curiosità si specchia e diventa una figura stanca, ma il tasto “download” resta comunque una tentazione. E così sia: “Redemption City”, ventiquattro tracce in totale divise in due parti.
D’improvviso non c’è più niente da riordinare, nessun filo da sciogliere e nessun cadavere da esporre come monito per i propri nemici interiori. E’ tutto chiarissimo, abbiamo tra le mani un gran disco inaspettato. Il Nostro si riappropria di una dimensione più completa, non disdegnando incursioni atmosferiche in ballate elettriche, cupe e dark. La malinconia folk è semplicemente accennata in un lavoro di cesello sugli arrangiamenti, ricchi, trasversali eppure alla portata di tutti. La paura di ritrovarsi tra scarti di una produzione ricca, che non raggiunge più le vette di un tempo in favore di una dispersione di intenti un po’ ingenua era forte. Mentre di freccie al proprio arco Joseph Arthur dimostra di averner ancora tante, seminando songwriting di qualità per tutta la durata del disco saltando a piè pari il pericolo “riempitivo”.
Brani come “I Miss The Zoo”, “I Am The Mississippi”, oppure la suggestiva canzone fiume “Surrender To The Storm” non avrebbero sfigurato in “Come To Where I’m From”. Tagliano in due, feriscono in profondità , eppure non fanno sanguinare. Sono quelle ferite necessarie che scuotono le giornate, che rimediano al caos e alle assenze che ci urlano nelle orecchie. Subdolo Joseph Arthur, ce l’hai fatta a tradimento questa volta. Ci hai costritti a camminare sul ciglio di mille precipizi e poi, tra un vuoto e l’altro ci hai fatto costruire ponti con queste splendide canzoni. E’ un esercizio necessario e ci fa sentire meglio.
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1. Travel As Equals
2. Wasted Days
3. Mother Of Exiles
4. Yer Only Job
5. I Miss The Zoo
6. There With Me
7. No Surrender Comes For Free
8. Night Clothes
9. Redemption City
10. Barriers
11. You’re Not The Only One
12. So Far From Free
Redemption City Pt. 2:
1. Surrender To The Storm
2. Fractures
3. Free Freedom
4. Touched
5. Follow
6. Kandinsky
7. Humanity Fade
8. Sleepless
9. It Takes A Lot Of Time To Live In The Moment
10. Visit Us
11. I Am The Mississippi
12. Travel As Equals (Reprise)
Ascolta “Visit Us”