Fermi tutti. Questa è la recensione di un disco POP: chi fosse interessato all’ indie, qui ne troverà veramente poco, e quel poco che riuscirà a percepire sarà comunque indie-pop. Premesso questo, addentriamoci nel fenomeno Ed Sheeran.
Compito alquanto difficile giudicare l’operato di un ragazzo di 21 anni e più di 50 milioni di visualizzazioni su youtube (in costante crescita), oppure alquanto facile. Ma partiamo dall’inizio… per sommi capi, non siamo wikipedia.
Un ragazzo cui sicuramente non manca la voglia di fare: autoprodottosi dal 2005, Edward si trasferisce a Londra per iniziare una gavetta che lo porterà nel solo 2009 a fare 312 concerti in locali più o meno frequentati. Abbastanza per riuscire a spalleggiare Just Jack nel suo tour dello stesso anno e arrivare a pubblicare il singolo “The A Team”, il cui video lo ha reso decisamente famoso sul web. E’ il 2011, e “+” (Atlantic Records), primo album in studio, raggiunge immediatamente la prima posizione delle Uk Charts. Un mese fa, poi, come se non bastasse, Ed ha vinto il riconoscimento come miglior artista maschile solista ai Brit Awards. Non male come inizio, eh?
Ma passiamo alla musica.
Se “No. 5 Collaborations Project”, album di collaborazioni di genere grime auto-prodotto tra il 2010 e il 2011, aveva un esplicita tracklist “senza canzoni che parlino di ragazze”, all’interno di “Plus<” le lyrics non parlano d’altro. E il target delle sue canzoni si riduce (in percentuali piuttosto omogenee) di conseguenza.
Ma questo è dovuto all’influenza che il “flow di Ghetts” e degli altri amici grime ha avuto sulla dimensione del songwriting di Ed, testimoniato da pezzi come “Wake you up”, pura lettura di una personale favola d’amore moderna… lui stesso ha affermato: I’ve started writing songs a bit more like that, lyrically.
Questo concetto, quindi, ci è chiaro: quando deve comporre una canzone,parte dal testo, non dalla melodia. Si può essere d’accordo o meno.
L’apice di questa influenza rap/pop è raggiunta al massimo grado in “U.N.I.”, pezzo di pregevole fattura, davvero catchy, se non fosse per il testo alquanto scadente (e lo stesso come già accennato prima, vale per le altre canzoni)… scaduto, forse, più che scadente. Nota di merito: nei live è ancora più bravo, per niente facile vista la velocità di parlata in canzoni del genere. Similmente accade, ma solo a piccoli sprazzi, in “Lego house”, dove accelerazioni improvvise rendono quantomeno interessante un pezzo che non avrebbe altrimenti nulla di originale.
Che dire, poi, di pezzi alla Justin Timberlake come la scaricatissima “You Need Me I Don’t Need You” e la più dance-floor-style “Grade 8”? Contente le folle di ragazzine urlanti, contento Ed. Noi, invece siamo contenti (ma non possiamo affatto accontentarci) dei momenti più soul: sto parlando della posizione finale occupata dalla double-sided “Give me love”, forse la più sincera di tutte; ci fa sorridere uno strano riff hard-rock molto alla Whole lotta love in “The City”; ci piace l’idea del singolo “The A Team” (“It’s too cold outside/for angels to fly) e la positività giovanile che il beat di sottofondo di “Drunk” ci ispira…
Spesso l’industria prevale sul resto: Ed Sheeran, però, è un musicista, e da lui ci aspettiamo che sradichi questa mentalità … o, se a lui piace così com’è, almeno qualcosina di “+”
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2. Drunk
3. U.N.I.
4. Grade 8
5. Wake Me Up
6. Small Bump
7. This
8. The City
9. Lego House
10. You Need Me, I Don’t Need You
11. Kiss Me
12. Give Me Love