L’inverno a Milano è giunto da qualche giorno, e ad augurarcene uno buono chi meglio di Bon Iver? Justin Vernon con banda annessa (in tutto otto elementi sul palco, compreso ““udite udite- Colin Stetson al sassofono) è l’attore principale di una delle migliori creature musicali dell’ultimo lustro, e un live suonato magistralmente in ogni singola nota ammaliando il pubblico meneghino non fa che confermarlo.

In un set breve ma a tratti commovente (nella coralità  dell’iniziale “Perth”, ai cui arpeggi iniziali si scatena un boato, dei “My my my” di “Skinny Love” e della conclusiva ormai storica “For Emma”, passando per “Holocene”, posta nel cuore della scaletta) e a tratti estremamente rockeggiante (le schitarrate di “Creature Fear” e la carica di una “Blood Bank” in veste molto più pesante che sull’omonimo Ep). Tutto questo non disdegnando un’incursione in territori vagamente slow-eurodance anni “’80 con “Beth/Rest”, che chiude la prima parte nonchè il (giustamente) celebratissimo ultimo Lp. Mescolando sapientemente il suo falsetto con un voce più “normale” e baritonale (“Minnesota, WI” e “Hinnom”) e concedendosi qualche incursione al piano (“Wash.” e “Calgary”) Vernon si pone come song (e music) writer dalla sensibilità  e dall’intensità  fuori dal comune, dall’animo fragile ma allo stesso tempo dalla freddezza di uno che è sulle scene da trent’anni.

Mai come in questo caso (e con queste temperature appena usciti dalla sala) l’abusata espressione “musica che ti scalda il cuore” calza a pennello. C’è poco da dire, con (i) Bon Iver è proprio così. Presenziare ad un loro concerto per credere.

Setlist
PERTH
MINNESOTA,WI
CREATURE FEAR
HINNOM,TX
WASH.
BRACKETT, WI
HOLOCENE
TOWERS
BLOOD BANK
RE: STACKS
FLUME
CALGARY
BETH/REST

—encore—

SKINNY LOVE
FOR EMMA