E’ passato parecchio tempo – quasi quattro anni e mezzo – dall’uscita di “European Heartbreak“, sophomore di Amber Arcades: la musicista nativa di Utrecht, ma ora residente ad Amsterdam è finalmente tornata con questa sua nuova opera e vi anticipiamo che, a nostro giudizio, la pur lunga attesa ha portato davvero buoni frutti.
Il disco, che segna anche il suo debutto per la prestigiosa Fire Records, è molto più personale rispetto al passato ed è stato concepito da remoto insieme a Ben Greenberg (Danny Elfman, Depeche, Ryley Walker), lui a NYC, mentre Annelotte si trovava nella capitale olandese.
Lo splendore di “Diamond Road” è davvero un’introduzione molto gradita: si vola e si sogna verso mondi dream-pop delicati in cui la voce della De Graaf sa semplicemente incantare chiunque ascolti con quel suo calore che sembra uscire da una canzone pop scandinava, mentre non mancano l’eleganza e un non so che di cinematografico.
Non possiamo ovviamente evitare di citare anche la successiva “Odd To Even” con quei suoi eleganti e meravigliosi archi che aiutano Amber Arcades a costruire le sue belle melodie insieme ai synth e alla sempre precise percussioni del bravissimo Matt Chamberlain.
“Life Is Coming Home”, invece, è piuttosto scarna a livello strumentale, ma è ancora una volta la voce di Annelotte, seppur filtrata, la carta vincente che sta meritatamente al centro della scena.
La splendida delicatezza di “True Love” poi sembra volerci trasportarci nel mondo trip-hop della Bristol anni ’90, mentre la lunghissima “I’m Not There” (oltre sei minuti), dopo un inizio molto tranquillo, aggiunge rumorosi elementi elettronici e, mentre i vocals dell’olandese rimangono comunque gentili, lo sfondo strumentale si fa inaspettatamente pesante e intenso.
Un disco che ha portato Amber Arcades in più di un caso al di fuori della sua comfort zone, ma questi rischi hanno senza dubbio pagato perché il valore di “Barefoot On Diamond Road” è davvero elevato.