Un progetto corale, il terzo album dei Fermoimmagine di Luigi Maresca che apre le porte a un buon numero di collaboratori che rendono “Io Volai” un discorso a più voci. Riavvolgendo il filo rosso che lega questi dieci brani si scoprono mille dettagli autobiografici e non, che attraversano la trama di un disco dove Maresca torna a lavorare con Mirko Ravaioli e Lorenzo Montanà – qui nelle vesti di musicista e produttore. Si aggiungono al gruppo i Delenda Noia, la cantante Gioia Gurioli, la pianista Silvia Valtieri, il chitarrista classico Andrea Cavina, Luca Barachetti e Roberto Laghi autori dei testi di “Cantico” e “Frontiere distratte”.
Un elettro pop elegante dai tratti intensi e dolorosi quello dei Fermoimmagine, saldamente ancorato dalla presenza di sintetizzatori e basi elettroniche e impreziosito da parti di chitarra classica e piano.
Il viaggio raccontato in “Io Volai” inizia con un ritorno, quel “Verso Casa” in cui pensieri e parole quotidiane si fondono con un arrangiamento scarno e minimale, mentre “Nella stasi” punta sulla melodia pura e vibrante. Pianoforte e drum machine trascinano “La speranza” che racconta di un’estate difficile, ben diversa da quella ben più serena dell’adolescenza evocata ne “Il profumo dei tigli”. La sincerità di “Ti racconterò” – proposta in chiave strumentale in “Ti racconterò…ancora” – mostra un lato diverso, ancora più personale dei Fermoimmagine evocato anche ne “La nevicata del 12″ due pezzi che non a caso seguono a stretto giro di posta “Frontiere distratte” e “Cantico” dove come detto Maresca mette voce e musica interpretando parole altrui in un succedersi di confini labili e poesia.
Il finale è tutto di “Come ogni volta” cover dei La Crus, uno dei primi brani ad aver affascinato nel lontano 1997 il musicista dei Fermoimmagine, che rende così sentito omaggio a un gruppo che ha indubbiamente influenzato il suo stile con quel misto di malinconia e delicatezza che sa far proprio in un disco agrodolce e variegato.