Questo disco gira nei miei lettori già  da tempo (piccole fortune che la passione per la musica a volte riserva) e posso tranquillamente constatarne l’enorme valore: difficilmente in precedenza abbiamo assistito, soprattutto nel mondo dell’hip hop italiano, a qualcosa di così potente e insieme disturbante; un’opera che, tramite uno dei linguaggi musicali più divertenti, racconta uno spaccato della storia italiana contemporanea, un vero e proprio concept-album dissacrante sul tragico ventennio che ha segnato la fine della prima repubblica e l’inizio del berlusconismo.

Il progetto Mani Pulite è composto da vari mc nascosti dietro pseudonimi che deformano in chiave gangsta i nomi dei protagonisti di quegli anni: il leader è allora ovviamente B.O.B.O. Cracksy e dietro di lui sfilano Leech O’Jelly, Busy à‘ani, Don Vito Jangymeeno e molti altri. Lo schema dell’opera è sviluppato in undici pezzi: l’iniziale “Bussanti” è un’introduzione dei personaggi principali e la conclusiva “Dormienti” è un monito a non considerare mai completamente scomparsi quei soggetti; invece con “Cattedrali Nel Deserto” si apre il primo dei tre atti (ascesa, esercizio del potere, declino), ognuno dei quali composto da tre brani e contraddistinto da uno stile musicale diverso; se l’ascesa e il declino sono entrambi caratterizzati da un sound aggressivo, più incalzante e hardcore nel primo e decisamente più scuro e lirico nel terzo, il secondo narra l’esercizio del potere con un’azzeccato e furbissimo retrogusto g-funk.

Dopo l’apertura della già  citata “Bussanti” ci viene mostrato in “Cattedrali del Deserto” il sistema di mazzette e faccendieri che ha portato a tangentopoli e successivamente alla scalata politica di Silvio “Brrr” Loose Coney (che, in prima persona, ci racconta la sua escalation imprenditoriale, dall’edilizia alle televisioni, con rime indimenticabili quali dalla Brianza fino al Domm qui si appalta tutto un po’, tiriamo su ‘sti muri come Ariel Sharon); segue l’implacabile rappresentazione degli anni di piombo, delle stragi di mafia e degli intricati rapporti tra parte dello stato e il variegato mondo della criminalità  organizzata (le mafia nel sud Italia, la Banda della Magliana a Roma) in “Thelema”, sicuramente uno dei vertici di tutto l’album. La conclusione del primo atto è dedicata alla sempre maggiore importanza della finanza nella politica, come già  suggerisce il titolo “CliffBanker”.

La seconda parte del concept, col suo sound west-coast (e l’incursione dancey di “Fisco Music”), riporta giustamente in ottica gangsta l’esercizio del potere: cronache di feste in yacht e discoteche, soldi facili e cocaina, donne disinibite e champagne a fiumi. Ma è il terzo atto a strappare applausi sempre più convinti: dalla cupa e disincantata fuga di “Sig.ra Solitudine” (è chiaro il riferimento al brano di Gianni Morandi), alla soulfull “Un Giorno in Pretura” fino alla sommessa e nerissima “L’Ultima Cena”, insieme congedo e confessione.

Disco grandioso e magnifico, il frutto del progetto Mani Pulite ha già  prenotato un posto nella mia top-ten 2013: concepito e realizzato perfettamente, grazie alla materia trattata e alla divertentissima facciatosta nel trattarla potrebbe anche ottenere l’attenzione e il successo che chiaramente merita.

Mani Pulite
[ 20100 – 2013]
Similar Artist: N.W.A., Wu-Tang Clan, The Notorious B.I.G., Warren G, Noyz Narcos, Kaos One, La Rumeur
Rating:
1. Bussanti
2. Cattedrali nel Deserto
3. Thelema
4. CliffBanker
5. Funk Italia
6. Love Bot
7. Fisco Music
8. Sig.ra Solitudine
9. Un Giorno in Pretura
10. L’Ultima Cena
11. Dormienti