Credit: LivePict.com, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

E’ una testimonianza forte, importante e cruda quella che Steve Duffy, giornalista per la BBC gallese e fratello di Martin Duffy, tastierista dei Primal Scream mancato il 20 dicembre 2022 a 55 anni, ha reso nota attraveso la sua pagina twitter. Il giornalista ha riportato una lunga confessione, con il cuore in mano, di Louie Duffy, figlio 19enne di Martin: la testimonianza è quella resa dal ragazzo al Coroner del West Sussex, Brighton e Hove per l’Inchiesta sulla morte del padre.

In queste righe (trovate il link nel tweet qui sotto e seguendolo arriverete direttamente allo scritto di Louie) il ragazzo ricorda il padre e ripercorre con lui le tappe della sua carriera, della malattia, del rapporto con l’alcool, ci riporta alla sera dell’incidente fatale e sopratutto non va per nulla leggero con i Primal Scream per come si sono interfacciati con Martin: emerge, da queste parole, il ritratto di una band che non è stata vicino al musicista, ne umanamente ne economicamente. Vedremo se Bobby Gillespie si sentirà in dovere di controbattere.

Sotto il tweet riportiamo alcuni stralci del lungo comunicato….

….Voglio essere la voce di mio padre ora, perché ci sono state una serie di circostanze che hanno portato alla sua morte e che io, la mia famiglia e gli amici più stretti di papà riteniamo abbiano contribuito al suo improvviso e rapido declino negli ultimi mesi della sua vita….

…Dopo essersi unito alla band, papà aveva iniziato come membro alla pari dei Primal Scream, ma era stato gradualmente escluso dai crediti per la composizione di canzoni, poi dai tour e dai profitti del merchandising, alla fine era pagato solo per ogni concerto. Mio padre era molto più di un semplice session man per la band. Le sue tastiere erano parte integrante del loro suono in ogni album e lui era sempre stato un portavoce, rilasciando innumerevoli interviste alla stampa per la band nel corso degli anni.
Quando dico “la band”, mi riferisco a Bobby Gillespie e Andrew Innes; tutti gli altri membri della band sono entrati a far parte del gruppo anni dopo, non prendono decisioni, impiegati come musicisti di sessione.
Papà ha detto che i soldi hanno cominciato ad arrivare solo quando i Primal Scream hanno fatto il tour per il 20° anniversario del loro album di maggior successo “Screamadelica”, nel 2011, ma lui non ne ha beneficiato, perché è stato in quel periodo che il gruppo ha deciso di degradarlo a semplice musicista di sessione…

…È stato durante il lockdown che le cose hanno iniziato ad andare male per papà. Niente concerti significava niente entrate e si indebitò. Gli fu anche diagnosticato un cancro alla prostata e, nonostante la band lo sapesse, non si mise in contatto con lui durante questo periodo molto difficile. Ricordo che papà disse a Bobby Gillespie al telefono che doveva firmare per i sussidi per tirare avanti, visto che non aveva risparmi, ma il gruppo non gli offrì alcun sostegno, né emotivo né finanziario. Ho visto quanto questo lo turbasse…

…L’anno scorso, nella primavera del 2022, papà ha finalmente aveva avuto buone notizie sul cancro ed era molto felice, come tutti noi. Era un tale sollievo dopo tanti mesi di preoccupazioni. Ma poco dopo, alla fine di aprile, ha letto sulla stampa che la band aveva venduto metà del proprio catalogo alla BMG – per una cifra che si è rivelata essere di cinque milioni di dollari: lui non ha ricevuto un centesimo. Non è stato consultato e nemmeno informato. Papà aveva suonato in tutti gli album dei Primal Scream, aveva partecipato alla scritura in modo importante in almeno un paio di album, ma la band ha scelto di non offrirgli l’opportunità di ottenere la sua parte, in un momento in cui sapevano che aveva davvero bisogno di aiuto finanziario. Anche se aveva solo una quantità relativamente piccola di pubblicazioni, se fosse stato incluso in questa vendita sarebbe stato un cambiamento di vita per papà. Avrebbe potuto ripianare il debito accumulato durante il periodo di isolamento e avrebbe potuto pagare parte del mutuo, sollevandolo da tutte le sue preoccupazioni economiche…

…Quando la band suonò a Glasgow (giugno anno scorso), a quanto pare bevve troppo e fece un pasticcio. La mattina dopo, la band (Gillespie e Innes) e il tour manager lo incontrarono e gli imposero di lasciare il tour, dicendogli di farsi aiutare. La band ha avuto ottime recensioni per quel concerto – dubito che i fan si sarebbero accorti degli errori che aveva commesso quella sera -.
Papà mi disse che c’erano state occasioni in cui altri membri della band avevano commesso degli errori senza alcuna conseguenza.
Papà ha ammesso di aver bevuto alcolici prima del concerto, non ha accampato scuse, era imbarazzato, ma non riusciva a credere che, dopo un solo errore, la band non gli avesse dato nemmeno un un avvertimento. Mi disse che li aveva pregati di dargli una possibilità, dicendo loro che non sarebbe successo di nuovo, ma loro si rifiutarono: conosco papà – sarebbe bastato un rimprovero per farlo tornare in carreggiata. Dopo la sua morte, Andrew Innes disse a mia madre che il motivo per cui avevano chiesto a Martin di lasaciare il tour era perché “nessuno vuole pagare per vedere un uomo di 60 anni cadere sul palco”. Dopo essere stato costretto a lasciare il tour, ho letteralmente visto papà invecchiare di 10 anni nel giro di poche settimane: non credo che per papà si trattasse solo di di denaro, era stato un membro dei Primal Scream per la maggior parte della sua vita, aveva perso la sua identità…

…Quando chiamai Bobby Gillespie per dirgli della morte di papà, mi spiegò come avessero usato l’approccio “duro e amorevole” con papà. Lo so perché l’ho sentito e l’ho visto di persona. Si trattava di lui e Andrew Innes chetelefonavano a papà per minacciarlo che non gli sarebbe stato permesso di tornare a suonare ai festival questa primavera. Gli dissero che non avrebbe riavuto il suo lavoro a meno che non avesse smesso completamente di bere. Bobby Gillespie disse a papà che “era finito”. Ciò di cui papà aveva bisogno era incoraggiamento e speranza. Il gruppo credeva nella “severità” ma non fece altro che peggiorare le cose. Capisco che pensavano di aiutarlo, ma questo metodo gli si è ritorto contro, ha fatto sì che papà si sentisse completamente sopraffatto.
Subito dopo queste conversazioni, con la minaccia di perdere i suoi mezzi di sostentamento, credo che papà si sia arreso…durante questo periodo divenne molto emotivo, papà mi disse che si sentiva totalmente privo di sostegno da parte del gruppo, sembrava completamente devastato…

…subito dopo la morte di papà, ho avuto un paio di telefonate con Bobby Gillespie e Andrew Innes e mi hanno inviato alcune foto di papà su WhatsApp. Da allora non li ho più sentiti. Successivamente Bobby Gillespie ha affermato che papà era “il musicista più talentuoso di tutti noi”, il che è un grande elogio per un “musicista di sole session”. Papà aveva un talento unico, la band lo ha descritto come il loro “Soul Brother”. ma credo che papà fosse in realtà “l’anima” dei Primal Scream. C’è voluta la sua morte perché il suo contributo venisse riconosciuto e che gli venisse dato il rispetto che meritava. Ho visto su Instagram come Bobby Gillespie esorti sempre tutti a sostenere gli scioperanti per una paga equa per i lavoratori – e non c’è niente di male in questo, anche papà sosteneva gli scioperanti, ma non va bene se allo stesso tempo non si paga al proprio compagno di band da oltre 30 anni neanche una piccola dei profitti del tour per rendergli la vita più facile. Con l’avanzare dell’età, la band ha fatto meno tour e più concerti singoli, il che significava che papà veniva pagato sempre meno. Sono ben consapevole che la ricompensa finanziaria potrebbe non averlo salvato da se stesso, non lo sapremo mai, ma so che mentre la band raccoglieva i frutti della tournée di “Screamadelica” lui si trovava a dover fare i conti con la sua salute mentale, ricevendo solo il compenso per le session, quando in realtà aveva avuto un ruolo così importante nella sua creazione. So che papà trovava questa situazione davvero offensiva e ingiusta. I suoi 30 anni di fedeltà ai Primal Scream non sono mai stati ripagati.
Ho perso mio padre troppo presto, so che la sua morte è stata un incidente ma vorrei solo che non fosse morto sentendosi così poco apprezzato e sconvolto per aver dovuto vendere la nostra casa, non se lo meritava…

Sono così orgogliosa di papà e di chi era, una persona autentica e buona.