Poteva mai mancare la pioggia proprio durante la terza e ultima giornata del nostro festival torinese preferito? Assolutamente no! Ma niente paura, un k-way, un ombrello piccolo e tanta voglia di ballare sono bastati a rendere anche questa una serata perfetta, degna del nome che ormai si è creato il TOdays.
Serata all’insegna della potenza femminile, che inizia con i Porridge Radio e la loro meravigliosa Dana Margolin. Il loro è sì uno dei gruppi più interessanti tra gli esordienti dell’alternative, ma non sapevamo sinceramente cosa aspettarci; una volta travolti dalla loro energia, però, il nostro non può che diventare un giudizio positivo. Anche perché non c’è nulla che scaldi più il cuore che la visione di Margolin che si immerge in una trepidante quanto infreddolita folla di k-way coloratissimi.
Neanche il tempo di godersi questo mood indie rock che si parte con il groove pesante, tra trombette, sassofoni e balli scatenati. Con il loro sound, gli Ibibio Sound Machine conquistano il pubblico del TOdays, che parte da subito in una danza senza fine. Merito di tutto ciò è anche il carisma di Eno Williams, frontwoman del gruppo; con una simpatia unica, ha saputo coinvolgere chiunque dall’inizio alla fine, rendendo questa loro prima data in Italia decisamente memorabile.
Avevamo già visto L’Impératrice l’anno scorso al Mi Ami, rimanendone piacevolmente stupiti (qui il nostro resoconto), ma questo è stato un concerto ancora più sorprendente; complice forse il fatto che questo era l’ultimo concerto di tutto un tour durato ben due anni. La loro è stata una festa assoluta, divertimento puro nonostante la pioggia scrosciante. La voce e i balli spensierati di Flore Benguigui, la mostruosa presenza scenica del bassista David Gaugué; il gruppo ha voluto dare vita alla pista da ballo più pazza e strana di sempre, e ci è perfettamente riuscito. I loro cuori luminosi si sono uniti ai nostri in una danza unica quanto speciale, stregati dalla band francese più disco degli ultimi anni.
Rose, statue, vestiti maestosi e luci rosso fuoco: la scenografia perfetta per uno spettacolo magistrale come quello che segue. Christine and The Queens, alias di Héloïse Adélaïde Letissier, dà vita più a un’opera teatrale che a un semplice concerto. Una performance carica di pathos, una passione che esce dritta dritta dall’animo del cantante e ci viene offerta così, su un piatto d’argento. Mai visto qualcuno così capace di prendere la propria intimità emotiva e costruirci su un concerto di una potenza assurda, musicale e teatrale. Vedere Chris in azione è un pugno allo stomaco nel miglior senso possibile, è vedere in azione un artista fatto e finito da ogni punto di vista. Da dieci e lode.
Si conclude così questa nona edizione del TOdays festival, tra piogge, pianti e fiori; si conferma ancora una volta uno dei pochi festival improntati al futuro e alla valorizzazione di artisti decisamente validi, e anche per questo bisogna proteggere questa realtà con i pugni e con i denti – non vogliamo sicuramente che la norma diventi quella degli i-Days, anzi. Il futuro dei festival in Italia parte proprio da qui.