Sam Amidon è marito di Beth Orton, ma non ci interessa più di tanto.
L’estate non vuole arrivare, ma non ci interessa più di tanto.
Il film che avrà come colonna sonora “Bright Sunny South” sarà un capolavoro, se parlerà anche soltanto del ragazzo soldato che lascia casa sua nella canzone che dà il titolo all’album. E il cielo sarà incerto come quello che guarda Milano (e presumo gran parte dell’Italia) ultimamente: incerto, come chi cammina e non sa dove andare.
La campagna dove riposa il folk è grigia, dato che il sole splende, ma dietro le nuvole, e quest’album comincia proprio così, con la malinconia del sapere che bisogna conquistarselo, il sole. “Bright Sunny South” è in realtà una canzone di Alison Krauss, ma Sam decide di prenderne soltanto la storia e la seconda parte di ogni verso. Lentamente, poi, ci si trova a camminare per le strade di New York, e il profumo di jazz esce dai locali notturni e ti chiama ad entrare: stiamo parlando di “I wish I wish”; la visione di Nick Drake permea il paesaggio immobile descritto dalla chitarra di “Short life” (proprio come lo è stata per lui).
Un piglio diverso ha la mattutina “My old friend”, che ricorda i grooves di The tallest man on earth e, perchè no, di Jens Lekman, che “riappare” poi in una più country “Streets of Derry”. Nel mezzo, una mini-cover di “Shake it off” di Mariah Carey, e in conclusione un’ottima versione di “Weeping Mary”, che forse Sufjan Stevens non avrebbe disdegnato di far sua.
Il folk viene riconquistato senza il banjo e con il violino, viene riconquistato, questo è sicuro”… forse non il sole. Il folk è reso città , che per sua natura tende a trovare conforto nella campagna. Che può essere grigia anche lei, ultimamente.
E chissà perchè alla fine si parla sempre del tempo atmosferico”… chissà perchè un “Bright Sunny South” è così difficile da trovare: forse bisogna guadagnarselo.
Photo Credit: Bandcamp