Non c’è niente da fare; i Roxy Music erano sempre un passo avanti. Certo, all’inizio del 1973 Brian Eno aveva salutato la “compagnia”, ma “Stranded”- che oggi compie cinquant’anni – è un disco così straordinariamente affascinante che l’addio del musicista originario di Woodbridge, col senno di poi, appare quasi come un piccolo dettaglio insignificante. Diciamocela tutta: pensare ai Roxy Music significa pensare a Bryan Ferry. Una delle figure più “mitologiche” della musica mondiale. Un artista vero, completo. Di quelli che posseggono un carisma grande quanto il Madison Square Garden.

Detto questo, l’eterna bellezza di un disco come “Stranded” è intuibile sin dalla sua cover. Quest’ultima, infatti, raffigura proprio un’ex fidanzata del vecchio Bryan, l’allora playmate Marilyn Cole. Per una volta, l’adagio del non giudicare un’opera dalla copertina, risulta completamente errato. “Stranded” è un album stratosferico, in cui, per la prima volta, contribuiscono alla composizione dei brani anche Phil Manzanera (chitarrista della band) ed Andy Mackay (sassofonista). “Street Life è forse il brano più conosciuto della tracklist, nonché l’unico singolo estratto. Si tratta di un pezzo iconico, scanzonato, amatissimo dai fan dei Roxy, dove la voce calda di Ferry e la chitarra del sempre efficiente Manzanera, riescono a fondersi in maniera sublime.

In “Just Like You”, invece, emerge tutto il romanticismo di Bryan Ferry. Strutturalmente, il brano si sviluppa attraverso un bel giro di piano, mentre il ritornello è uno dei più “appassionati” cantati dalla (splendida) voce del singer britannico. Proseguendo con l’ascolto, “Amazona” mette in mostra la grande abilità del buon Manzanera nel modellare trame e groove di chitarra ritmica, mentre gli otto (e più) minuti di “Psalm”, volano via come foglie autunnali dalle strade di Londra. “Stranded” è un disco più “Art” che “Rock”. Ascoltare i Roxy Music di inizio Anni Settanta, infatti, è come farsi un giro tra le opere (magnifiche) di Andrew Logan.

E cosa dire del sax suonato da Andy Mackay in “A Song For Europe”, se non che riesce a donare una dimensione ancor più epica – e quasi tridimensionale – ad un pezzo, già di per sé, perfetto? “Sunset” è la degna conclusione di un disco che va ascoltato dall’inizio alla fine, senza la tediosa esigenza di skippare i brani a metà. Con la pubblicazione di “Stranded”, probabilmente, i Roxy Music iniziano a raggiungere quelle vette creative che li porteranno ad essere una delle band più ispirate degli Anni Settanta.

Nel 1973, il percorso da solista di Bryan Ferry era ancora lontanissimo ma, come scritto qualche riga più su, il suo carisma (innato) era già dirompente. In quella sorta di “UFO” in fase di atterraggio udibile nell’intro di “Street Life”, vi è tutta la consapevole alienazione di un artista che è sempre stato un passo più avanti rispetto ai suoi “colleghi”. E se la classe non è acqua, quella di Bryan Ferry è oro puro.  

Pubblicazione: 1 Novembre 1973
Durata: 41:06
Dischi: 1
Tracce: 8
Genere: art-rock, glam-rock, progressive-rock
Etichetta: Island – Atco
Produttore: Chris Thomas

Tracklist:

  1. Street Life
  2. Just Like You
  3. Amazona
  4. Psalm
  5. Serenade
  6. A Song For Europe
  7. Mother Of Pearl
  8. Sunset