È un raffinato gioco di sintesi il nuovo EP di Half Waif, al ritorno discografico tre anni dopo “Mythopoetics” e a due dal mini EP “Portraits”. Nandi Rose Plunkett si rivela in grado di regalare emozioni anche sulla distanza breve in cinque tracce realizzate con il fido produttore Zubin Hensler e un eterogeneo gruppo di musicisti (al violino Hannah Epperson, all’arpa Rebecca El Saleh).
Si fa più etereo il sound di Half Waif complice anche la recente maternità e un lutto in famiglia. Melodie fragili e intense quelle di “Service” brano delicato ed elegante con i cori affidati ai Khorikos. Atmosfere che si sposano più che bene con l’indie rock grintoso e tenace di “Big Dipper” con Josh Marre alla chitarra e Jason Burger alla batteria.
Non manca un lato più sperimentale tipico di tutte le produzioni di Half Waif qui rappresentato da “Heartwood” col suo arrangiamento minimale ma efficace e dalla title track tra indie e elettronica. Drammatica e intensa “Dreaming Of Bears” ispirata come “Big Dipper”dall’idea di vita dopo la morte del monaco buddista Thich Nhat Hanh, con il clarinetto Kristina Teuschler.
Piccolo ma ricco di idee dunque “Ephemeral Being” registrato durante un lungo inverno e la successiva primavera in una fattoria a nord di New York, con la natura selvaggia vera protagonista. Ennesima conferma della qualità proposta da un’artista che continua a sorprendere con la grazia della propria musica.