Strana parabola quella dei Travis; da outsiders di lusso del brit pop sul finire degli anni ’90 e nei primi 2000 ad un mezzo anonimato condito da alcuni lavori appena sufficienti. Un po’ fuori dalle luci dei grandi riflettori ci provano ancora, con questo “Where You Stand” che, purtroppo per loro, con tutta probabilità  non sarà  il colpo di coda che mescolerà  nuovamente le carte in tavola. Per gli irriducibili fan della prima ora l’affrancamento dalla componente brit avvenuta già  da diversi anni sarà  stato visto come un tradimento, a maggior ragione per il fatto che Fran Healey e soci hanno abbracciato un pop ad alta fedeltà  prettamente radiofonico. Il paradosso è che a questa scelta non sia corrisposto il seguito adeguato. Eppure pezzi come l’iniziale “Mother” o la title track sarebbero delle potenziali hit da classifica, ammesso che il concetto di classifica oggi abbia ancora un senso.

Ad una discretaqualità  media dei brani non si accompagnano guizzi degni di nota, capaci di elevare il disco a qualcosa di più che un piacevole intrattenimento. Siamo alle solite, cioè al classico disco che non disegna parabole sorprendenti, che la butta sulla melodia glicemica senza esagerare, partendo da un giro di chitarra o dalle note di un pianoforte. Chi come me non ama incasellare le cose in un determinato recinto, troverà  più di un motivo per abbandonarsi con leggerezza a questa canzoni romantiche e un po’scontate. Gli irriducibili dei suoni trasversali o della coolness del momento fuggiranno a gambe levata sin dalle prime note. Personalmente preferisco mille volte dischi onesti come questo che le centinaia di pallide copie dei suoni alla moda che ci propinano mensilmente. Almeno abbiamo la solida certezza che in questo caso nessuno ci sta prendendo per i fondelli.