I 65daysofstatic si sono formati nel 2001 attingendo il nome da un semi-sconosciuto film di John Carpenter con Kurt Russell nel cast, cui i ragazzi di Sheffield dovevano fare la colonna sonora.
Cattedralica e sontuosa l’ouverture dell’album con “Heat death infinity splitter”, la sensazione di trovarsi sotto alte arcate, l’apertura dell’armonia, sono un ottimo viatico per il prosieguo dell’ascolto. La seguente “Prisms” è assemblata da oliedri sintetizzati sparati nell’aria dal bollitore musicale della band, schegge elettroniche impazzite che saltano ovunque e fanno da ponte a quello che può essere definito il vero inizio del del cd. “The Undertow” ci proietta in pieno mondo post-rock, il rombo della batteria è potente e preciso, la chitarra traccia sentieri armonici impreziositi da delicati tocchi di piano che preludono ad un finale di crescente intensità . Un treno veloce di toni inquietanti “Black Spots”, trilli di piatti e sfrigolii sintetici ti creano un piacevole malessere, un senso di inadeguatezza mitigato dalla bellezza del brano che fa apparire scenari moderni di metropoli disumanizzate. Una metropoli che potrebbe chiamarsi appunto “Sleepwalk City”, ancora più esacerbate le tonalità precedenti, suoni metafisici costruiscono palazzi disabitati e strade deserte, è una città abitata dai suoni dei 65DOS. “Taipei” è invece popolata di note soffuse e spaziali, tocchi precisi sulle tastiere, arpeggi di chitarra e pelli percosse con dovuta maestria, una track defatigante che diventa catartica dopo gli accidentati percorsi ascoltati. Futurismo e spazialità in “Unmake the wild light”, perfetta fusione tra post-rock e synth dove nessuno prevale e tutto si dirige nell’unica direzione della buona musica. Suoni sparati con efficacia e tecnicismo in “Safe passage”, una deriva elettronica rassicurante e calma, volume tenuto ben alto per tutta la durata del pezzo senza cedimento alcuno. Ritmo e battute in “Destructivist”, tocchi quasi alla Sakamoto fatti cadere come sassolini lungo la strada sintetica del pezzo interrompono la monotonia con pozze di note. Forse il pezzo più sorprendete ed eccentrico per chiudere la tracklist, Artismal racchiude tutto il sapere musicale dei 65DOS, tutte le loro influenze si fondono in questo brano che è rappresenta la loro summa artistica.
I 65DOS, come vengono comunemente chiamati, sono con questa uscita al loro sesto album in 10 anni di carriera. Hanno messo assieme un genere che fonde il post-rock con l’elettronica e le sperimentazioni del math-rock, il tutto assemblato in maniera per niente noiosa ed anzi, decisamente regalano un ascolto piacevole. Il loro dichiarato amore per i concerti dal vivo dimostra ulteriormente come oltre le definizioni abbiano anche un cuore da buttare dentro esibizioni artistiche ricche di tecnologia, una qualità che nella musica non deve mai mancare.
2. Prisms
3. The Undertow
4. Blackspots
5. Sleepwalk City
6. Taipei
7. Unmake the Wild Light
8. Safe Passage