Sveliamo i nomi degli autori, nascosti dietro foto dai contrasti troppo forti, di questo “Secolo”: Ivan Cortesi, voce e chitarra, Andrea Ardigò, batteria e Davide Catoggio, basso e chitarra.

Sono La nevicata dell’85. Prima bufera: quando si ascolta un gruppo che disarma l’udito con muri, feedback e spazzolate di fomento sul datasheet o una voce che non vuole cantare – scrosta le pareti della cautela – allora sembra di sentire qualcosa di forte. Eppure ce ne sono di nomi da poter fare; su tutti i Massimo volume e i Santo niente, ma sarà  che stimo Emidio Clementi e Umberto Palazzo, questi tre bergamaschi mi sembran quasi dei loro figliastri apprensivi, dei ragazzotti che ce l’hanno sulla punta della lingua la frase giusta, la nota giusta, il concetto giusto e poi preferiscono incazzarsi invece di fare le cose per bene, senza sbafare. Potremmo definirla “etica hardcore”.

Seconda bufera: giudizio e filosofia della vita che emerge per nulla arrendevole all’ipertrofia, di segno positivo rispetto alla crisi perchè quella foga che esala dal drumming ossessivo, dalle basslines rubiconde e combat sono un guizzo d’ira e non di consunzione, come spesso ci tocca ascoltare in decine e decine di progetti indipendenti. Non c’è slew rate e non esiste una punta smerigliata nel suono del combo che usa rumoreggiare su rarefatti rock (Sabato). Mi sembra di incontrare precisi rimandi alla prima poetica pasoliniana in terra che trovo con probabili ellissi di una provincia che non diventa mai mondo conosciuto, di un argine chimico che cerca di riallacciare le connessioni col tessuto sociale. Attuale è invece quell’asperità  nuda e bianca che forse vorrebbe dire una cosa bella, vorrebbe accarezzare e invece urla definitiva. è il presente, con le tremebonde logiche da baricentro ha ruminare tra le carte d’inchiostro, tra le stalattiti carsiche pigmentate in copertina.

Terza bufera: un po’ meno dirompente, più che altro un punto fermo, questa doppia produzione fumaio records e dreamgorilla. Sfornano bei progetti, non c’è che dire! Due direzioni assolutamente versatili ed interessanti. Alla quarta bufera forse ci penseranno Cortesi, Ardigò e Catoggio, sperando che la combinazione fra fuoco e neve, iridescenza e omogeneità  porti ad un terzo album dalle premesse simili al secondo. Bravi davvero.