All the times he tried to help
He spit in my face and laughed
That woman-man, I want his fucking ass
I want his fucking ass
I want your fucking ass
A PJ Harvey non è mai mancato il coraggio. A volte sfrontato.
Si è messa un bel vestito di bianchi ricami e merletti e si è accomodata al piano per raccontarci storie cupe ed introverse.
Poi di nuovo la chitarra, assieme a quel tale, come più di vent’anni fa. Il sound di nuovo aggressivo, condito da vocalizzi, falsetti e quel suo modo sexy di ansimare.
In un mondo in cui troviamo pop star degli anni 80/90 riproporsi con una granitica insistenza sempre uguali a loro stessi, lei ama rimettersi in gioco, magari percorrendo vecchie strade ma con nuova verve.
Il disco piace quasi subito e sorprende il fatto che quella naturale aura depressiva che ha ogni opera di PJ Harvey sia quasi inesistente. E’ diretto e multicolore, suona mid eighties, mid ninetees e mid twothousend. Flood ha fatto un gran lavoro di produzione, non c’è che dire.
Il disco si apre con potenza e decisione, con “Black Hearted Love” che sfiora il grunge!
La title track, che abbiamo scelto come citazione iniziale, è un esempio di questa nuova vena: un suono carico tenuto insieme dalle acrobazie vocali che rimandano ai tempi di “To Bring You My Love” prodotto proprio guarda caso da John Parish.
Non mancano ballate quali “The Soldiers” e songs dal gusto retro come “Leaving California” e “April”.
La tendenza poliedrica di PJ Harvey, evidente già dai tempi dell’ottimo “Stories From The Cities..”, si fonde con la maturità artistica di John Parish e la consapevolezza di grandeur che il duo emana ad ogni traccia.
I don’t know what silence means
It could mean anything
April, won’t you answer me?
These days just seem to crush me
Hatching, collapsing, tumbling down
April, what if I drown?
I drown?
Audace, feroce, noir.
Ma soprattutto un gesto unico, in un panorama musicale deframmentato e ricompattato. Che merita rispetto e dedizione.
IMPENSABILE
2. Sixteen, Fifteen, Fourteen
3. Leaving California
4. The Chair
5. April
6. A Woman A Man Walked By/The Crow Knows Where All The Little Children Go
7. The Soldiers
8. Pig Will Not
9. Passionless, Pointless
10. Cracks In The Canvas
PJ HARVEY su IndieForBunnies:
Recensione “WHITE CHALK”