Spero per voi che J Dilla (James Yancey, conosciuto anche come Jay Dee) abbia già  un angolino nella vostra raccolta di dischi, in caso contrario correte nel vostro negozio di fiducia e comprate subito “Donuts” che è probabilmente l’opera che meglio rappresenta il lavoro ed il pensiero del produttore detroitiano scomparso nel 2006 a causa di un lupus. Proprio quell’album fu registrato tra la sua abitazione e l’ospedale in cui trascorse i suoi ultimi mesi, addirittura (poeticamente e tragicamente) uscì il giorno prima della sua dipartita; però nell’ascoltarlo ciò che colpisce è la forza, la solarità  e la vitalità  che scorrono tra quelle tracce di meravigliosa black music.

Ora l’etichetta Rapster decide di tributare a Dilla i giusti onori e lo fa proponendo in più volumi una retrospettiva dei pezzi che James ha creato per altri interpreti: infatti Dilla era innanzitutto un beat-maker, uno dei migliori (dei suoi anni e di sempre), basta pensare che due quotatissime superstar dell’hip-hop contemporaneo come Pharrell e Kanye West lo definiscono il migliore e che Madlib gli ha dedicato gli ultimi due splendidi capitoli della serie “Beat Konducta”.
Questo primo capitolo delle antologie a lui dedicate è davvero una gioia per le orecchie e non serve neppure spendere tante parole per incensarlo: ascoltatelo.

Gli artisti che hanno beneficiato della sua maestria sono tutti del circuito black, ma diversi tra loro: si passa da quello che nel 2005 fu l’uomo nuovo del soul, Steve Spacek, a leggende dell’hip-hop come i Roots o i De La Soul (che accompagnati da Dilla nella qui presente “Stakes Is High” sembrarono poter sfuggire a un, ormai definitivo, decadimento).
Spiccano tra tutte le tracce quella scintillante meraviglia donata a Common che risponde al titolo di “The Light” (nella mia modesta opinione la vetta dell’album), una “Didn’t Cha Know” sensuale e grassa con Erykah Badu a far gli omaggi di casa, il soul cosmico di “Dolla” perfetto per l’interpretazione ispirata di Spacek.

Busta Rhymes fa la sua porca figura nella cadenzata e sghemba “Show Me What You Got”, mentre “Dynamite” dei Roots e “Fall In Love” degli Slum Village meritano sicuramente di ergersi al ruolo di classici imprescindibili. “Hip Hop Quotable” affidata all’estro vocale di A.G. ed Aloe Blacc è pura meraviglia, dalle reminiscenze electro e distorte.
Nell’insieme stupisce la capacità , il talento di Dilla nell’essere contemporaneamente morbido e graffiante, etereo e carnoso, leggero e memorabile.
Questa prima appetitosa uscita per la serie “Dillanthology” è sicuramente imperdibile per i neofiti, ma è caldamente consigliata anche a chi già  conosce il mai abbastanza compianto Jay.
Da parte mia le cinque stelle sono quasi obbligate e scende pure la lacrimuccia.

Cover Album

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Dillanthology 1 (Dilla’s Production For Various Artist)
[ Rapster – 2009 ]
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Similar Artist: Madlib, Roots, Erykah Badu, Kanye West, A Tribe Called Quest, De La Soul
Rating:
1. The Pharcyde – Runnin’
2. Slum Village – Fall In Love
3. Common – The Light
4. Erykah Badu – Didn’t Cha Know
5. De La Soul – Stakes Is High
6. Busta Rhymes – Show Me What You Got
7. The Roots – Dynamite
8. A.G. feat. Aloe Blacc – Hip Hop Quotable
9. The Pharcyde – Drop
10. Amp Fiddler – I Believe In You
11. Steve Spacek ““ Dollar
12. Chino XL ““ Don’t Say
13. Frank N Dank – Push

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