Dopo più di due mesi di battage pubblicitario e mediatico (persino un canale tematico dedicato a produzioni televisive di quell’anno sulla piattaforma Sky) la nuova creatura targata Sky in collaborazione con la casa di produzione Wildside e La7 ha finalmente visto la luce con i primi due episodi andati in onda ieri su Sky Atlantic. Tanta era l’ attesa alla luce dei successi delle prime produzioni (Romanzo Criminale, In Treatment) ed il fenomeno culturale e sociale (oltre che televisivo) rappresentato da Gomorra che conquistato l’Europa e la critica; e l’uscita in contemporanea europea con altri 5 paesi non ha fatto altro che aumentare l’hype intorno a questo ambizioso progetto, nato da un’idea di Stefano Accorsi, che per la prima volta a torna a rimettere le mani pulite nel torbido acquitrino degli anni di tangentopoli e ciò che scaturì dal big bang di quell’esplosione innescata con il celebre arresto di Mario Chiesa e che spazzò via un intero ceto politico e cambiò il Paese, è che non a caso apre la serie che probabilmente aprirà la lunga tipica ed inevitabile stagione di revival degli anni novanta.
Da tempo ormai anche la produzione televisiva italiana è logora e stantia e la sua produzione è pedissequamente lontana anni luce dagli standard qualitativi e narrativi del resto del mondo; in contraltare coraggiosamente la pay-tv di Murdoch sta investendo in prodotti che siano al passo con i tempi, con grandi investimenti di mezzi alla stregua di un prodotto cinematografico, che attinga dalla freschezza della HBO americana e la qualità dell’inglese BBC, alla ricerca di una propria identità di produzione, e di questo ne siamo grati. Per cui, appare inevitabile non tener presente il percorso e l’evoluzione delle “serie evento” targate Sky che si sono succedute. Essendo andati in onda solo i primi due episodi, il giudizio può essere solo ovviamente sommario e circoscritto, ma di certo possiamo già buttar giù qualche conclusione.
Questa è la prima produzione originale e raccontare vent’anni di storia del nostro paese condensato in uno specifico anno è davvero complesso e arduo, quindi un plauso agli sceneggiatori (Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi, Stefano Sardo) che mescolano in maniera chiara e fluida realtà e finzione attraverso l’intreccio di personaggi di fantasia che s’imbattono nella cronaca vera e storici attori reali di quella stagione. 1992 racconta la storia di un anno cruciale attraverso gli occhi di sei protagonisti principali che hanno in Leonardo Notte come filo conduttivo, il personaggio di Stefano Accorsi ispirato dal celebre Don Draper della serie tv americana di culto Mad Man. La rievocazione degli anni novanta è curata e precisa in ogni dettaglio, i continui rimandi alla tv e le hit del periodo s’innestano abbastanza bene nel contesto narrativo, seppur qualche clichè rimane ma il tono a sfondo ironico ben stempera la tensione che percorre tutta la serie, ottimamente descritte dalle atmosfere di una colonna sonora precisa grazie alle elucubrazioni sonore di un maturo Davide “Boosta” Di Leo a suo agio nel ruolo. La regia del bravo Giuseppe Gagliardi (Tatanka) sceglie un taglio realistico, girato prettamente con camera a mano, e molti primi e primissimi piani che si alternano a suggestivi campi lunghi. Gli attori e le recitazioni sembrano di buon livello, (Tea Falco a parte, che con il suo biascicare caricaturale oggi era nelle prime posizioni dei topic trend di Twitter) – anche se devo ancora capire bene se sono io ad avere un problema con Stefano Accorsi oppure sia lui ad avere un problema con la recitazione – ma questo è un mio dilemma personale – il personaggio cardine è ben scritto e caratterizzato per evitare scivoloni.
La scrittura è asciutta e minimale quanto basta, senza ridondanze e orpelli inutili con monologhi e dialoghi secchi e pungenti. La qualità è e credo rimarrà di ottimo livello ma “Gomorra” rimane ancora un gradino più in alto, almeno per il momento. Per le conclusioni finali mi pare lecito attendere la fine della decima puntata. Sicuramente sarà uno dei prodotti dell’anno e il preventivato successo aprirà lo spiraglio per la produzione già in cantiere di altre due stagioni (“1993”, “1994”) per una serie pensata come una trilogia.