“Goodness, beauty, comfort. If something gives in the world, that’s a good thing, isn’t it? Maybe that’s what music wants to do.”
Chi è il mittente? Un titolo profetico ma altamente enigmatico. Il mittente ha un ruolo forte, importante ma forse più di qualsiasi altra cosa ha una grande, immensa e universale responsabilità . Siamo di fronte ad una questione vitale, spirituale e filosofica, qualcuno direbbe attenzione stiamo toccando i Massimi Sistemi. In effetti l’artista culto, espressione di un’umiltà artistica ma allo stesso tempo di una classe e di un genio che solo in pochi hanno saputo incontrare e accudire come un figlio, un vero amico, che tratta questi argomenti con una maestria e una grazia che in pochi conoscono, ha un nome e si chiama Bill Fay.
Bill Fay dopo due ottimi dischi scritti e pubblicati oltre quarant’anni fa “Bill Fay” e “Time Of The Last Persecution” per motivi personali e per insuccesso di pubblico si ritira a vita privata. Una famiglia da portare avanti e l’amore per il pianoforte, il suo vero maestro-strumento di vita lo tengono legato a questa vita, un’esistenza dove t’accorgi che tutto quello che vedi è brutto, meschino, disonesto, omertoso, noioso, inutile. Il povero Nick Drake non c’è l’ha fatta se consideriamo gli effetti indesiderati e le conseguenze per esempio, ma una cosa molto affascinante e che i temi trattati nei testi dei due artisti erano davvero molto similari.
Chi è il mittente? Forse è questa la domanda costante nella vita e nel frattempo il cantautore inglese Bill Fay in questi lunghi anni di silenzio scriveva canzoni per se stesso ma la sua storia da normale artista che vive nell’ombra è ritornata alla ribalta e si è adornata di fascino, di leggenda e di epicità . Un’artista a volte menzionato da Nick Cave, Jim O’Rourke e soprattutto Jeff Tweedy (Che canta insieme a Bill Fay nel brano” This World”), non può essere un’artista qualunque ed è così che forse arriva nel cuore e nella mente del giovane produttore Joshua Henry, figlio di James, veterano del Vietnam e forse più grande estimatore di Bill Fay. Esce fuori il capolavoro “Life is People” che ottiene un grande successo. Sembrava una stella caduta e basta e invece eccoci a parlare di un altra stella, un altro disco appunto “Who is The Sender?”. E’ tornata la fiducia nello scrivere e pubblicare canzoni, ma se “Life is People” era il messaggero della spiritualità positiva con l’uomo che vive e che si emoziona, “Who is the Sender?” è il messaggero di un uomo motore di emozioni ma anche creatore di macchine distruttive e sentimenti come l’angoscia, l’ansia, le protagoniste assolute del nostro tempo. Un disco definito dallo stesso Fay come un Vangelo Alternativo perdersi e ritrovarsi, sempre. Molti sono i riferimenti religiosi presenti nei testi e nelle musiche con cori angelici e tastiere impegnative non lontano da quel sound da chiesa che ben conoscono le comunità anglo-americani.
La forza musicale di questo disco sta soprattutto negli arrangiamenti che mettono d’accordo giovani e grandi. Quel sound seventies, che i nostri padri hanno amato e diffuso proponendocela come la via retta e giusta per il futuro delle canzoni d’autore, presenta tracce di Bob Dylan, Leonard Cohen, Nick Drake, Jeff Tweedy, Nick Cave e perchè no il Capossela di “Ovunque Proteggi” presenti nei 13 brani che fanno di “Who is The Sender?” un album ricco, riflessivo, nostalgico. Magiche Tender Pray che hanno permesso a Bill Fay non solo di ritornare ma di farlo da grande, entrando di diritto nell’olimpo dei grandi Songwriters.
Credit Foto: Steve Gullick