L’hip-hop che ammorba radio e televisione italiana è insopportabile, con i suoi stereotipi gansta di serie b, pseudo disagio di falsa periferia e soprattutto con il suo boom-cha stantio e le basi vecchie e plasticose. Vi abbiamo già parlato di una realtà notevole nel panorama underground come la label friulana ReddArmy e ora invece ci spostiamo verso sud, ad Agromonte in Basilicata, dove troviamo gli Smania Uagliuns, duo totalmente fuori dagli schemi e creatore di un sound originalissimo e spiazzante.
L’hip-hop da loro proposto parte da suoni old-school, da schemi funky per break-dancer robotici e da un’attitudine sampledelica a metà strada tra Stones Throw e Lex (sottocasa hip-hop della Warp) per arrivare all’avanguardia dell’Antipop Consortium e all’electro di un Moroder vintage ed ingenuo remixato dal Luke Vibert più acid.
Meritano un discorso a parte le liriche: lontani da qualsiasi tipo di banalità , sfoggiano indipendenza tecnica e tematica tra comicità grottesca e rivendicazioni di unicità stilistica; i flow dei nostri mutano dall’italiano quotidiano all’inglese passando per repentine impennate dialettali con metafore colirite e citazioni dal più ampio spettro dei media moderni.
E allora si parte con la titletrack (cercate il video su YouTube!), primo manifesto d’intenti e musica: electro-funk di provincia con rime che fungono da presentazione del lavoro. La successiva “80’s Uagliuns” è puro spettacolo di beat grassi e spigoli analogici (un contatto diretto che col digitale ora non riesce, le tastiere e i sintetizzatori pacchiani, rimasto così sotto che dalla mia Korg non levo le mani), mentre il testo racconta la nascita e la vita degli Smania dalla scoperta dell’hip-hop alla genesi di un pensiero proprio (ci flashavamo con l’hip-hop, Mazinga Z e Goldrake, lontani dal mcing, dal djing, dalla break sviluppammo un modo tutto nostro di vedere il rap).
Seguono altre dichiarazioni di stile ed esistenza come “Psychedelici” dagli schizzati toni acidissimi e una “Estraniati” sincopata e narcotica.
“Blus Di Frus” omaggia tutta la tradizione musicale afroamericana (che vede nel blues, come suono e come umore, il suo primo antenato) con uno swingato piano solista sopra una base da Madlib circense. “Tropp’ Cazz’ Pa’ Capa” è pura schizofrenia irresistibilmente funky, mentre “Rural Gangster” rilegge in chiave demenziale e surreale gli stilemi gansta (siamo i rapper più spietati, su tre-ruote truccati spingiamo al limite il trattore, stracarico di troie, vecchie, racchie”… siamo dei veri boss, sfrecciando su Ape Cross con i cerchioni Giovanna, berette a doppia canna”…) su un tappeto dark e cinematico. Nonostante il disincanto sono frizzanti le atmosfere di “Insoddisfatto Eterno”, mentre “Compagno Di Sbronze” è un ciondolante tributo a Bukowski. “Semp’ U’ Stess’ Pub” racconta il disagio comune a molte zone d’Italia causato dall’impossibilità di trovare posti con buona musica e ricorda nei suoni i misconosciuti ma grandissimi Atlantide 4et. Il battito cupo ma morbido de “L’Illusione” è il giusto antipasto per gustarsi una “Veng’ Da’ Rmx” che tira in ballo gli OutKast più ibridi e fottutamente carichi.
Considerata l’autoproduzione, bisogna ammettere che i suoni, soprattutto quando si fanno più elettronici, tendono a non essere troppo puliti, che certe volte la confusione è tale e tanta da risultare troppa; ma sono appunti che perdono significato di fronte a un esordio incredibile, enorme per il talento e la quantità d’idee che dimostra. Enzo The Agronomist (mc e produttore) e Gennaro Mr. Cynar (mc) meritano la nostra e la vostra attenzione (e fondamentalmente pure i vostri soldi) molto più di ciò che vi offre per la maggior parte la povera Italia in campo hip-hop.
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2. 80’s Uaglions
3. Orsù Oh Nonna
4. Psichedelici
5. Estraniati
6. Blus Di Fus
7. Tropp’ Cazz’ Pa’ Capa (Interlude)
8. Autorità – Mah
9. Dannati Giornalisti
10. Rural Gangster
11. Insoddisfatto Eterno
12. L’Orologio Biologico
13. Ossessioni
14. Compagno Di Sbronze
15. Sempr’ U’ Stess’ Pub
16. L’Illusione
17. Vegn’ Da’ Rmx
18. I Won’t Let You Down (Outro)