Dalla Svezia direttamente sulla rampa di lancio verso territory spacey, dritti al centro di una psichedelia avvincente, luccicante a spettro di bluesy, riff desertici e anni 60,s carichi di micro punte sparate nelle meningi. Il viaggio è offerto dalla premiata ditta The Orange Revival, un trio che vola alto e che con Futurecent ““ sette tracce ad alto contenuto di THC sonico – esprimo il concetto di un volo ipersonico speciale, di ascolto strepitoso pregno di tecnica ed energia come nei migliori trip della storia del rock “alato”.
Mixato da Sonic Boom (creatore degli Spacemen 3) il disco ““ o meglio ““ l’amalgama delle sue traiettorie alcaloidi, scaldano ottimamente gli orecchi, sviluppano un’ingegneria ipnotica non indifferente, un balance tra i 90 di certi Nebula, Black Angels e i fondamentalismi elettrici di Brian Jonestown Massacre Setting sun, un viatico che con le proprie trame sapientemente tessute premia le orecchie di irriducibili ” ascoltatori aviatori” ribelli, di rocknauti perennemente in fissa di quote verticali smisurate.
La sciarada ossessa, visionaria “Lying in the sand”, la danza mantrico/delirante “Carolyn” e lo stridore della stupenda “All I need”, rubino di fondo sopra un organino Sessantiano purosangue, testimoniano lo stato di salute alto di questa band, che in pochi giri fa decollare chiunque graviti nel suo raggio d’azione stereo. Astenersi nerd e rocker terra terra.