Di origini filippine, Haley Heynderickx ha pubblicato all’inizio di marzo, via Mama Bird, questo suo primo album, che arriva dopo un EP, “Fish Eyes”, realizzato nel 2016: questo debutto sulla lunga distanza è stato prodotto da Zak Kimball insieme alla stessa musicista di Portland.
Non è facile da identificare il genere di Haley, anzi un’etichetta come “folk” sta sicuramente stretta alla ragazza dell’Oregon: basati molto spesso sui suoi ottimi arpeggi, gli eccellenti otto brani presenti su questo suo esordio vengono decorati da fiati, piano e archi.
Il suo sound può forse sembrare “strano” ““ consentiteci l’uso di questo aggettivo un po’ troppo abusato ““ ma è mistico e, in un certo senso, spirituale e ci porta a fare un giro all’interno del giardino della Heynderickx.
La voce della musicista di Portland, bella e cupa, è capace di catturarci e ammaliarci in questo viaggio dalle tinte scure e dall’atmosfera contemplativa: le emozioni non tardano certo ad arrivare, perchè già dall’iniziale e cortissima “No Face”, lunga meno di due minuti, si è toccati dai sentimenti dipinti in maniera mai superficiale dalla Heynderickx (in questa occasione si parla di una storia d’amore finita male).
La lunghissima “Worth It” (quasi otto minuti), invece, divisa in due parti, una più veloce e l’altra più calma, ci dirige verso sentieri indie-rock, mentre la gentile “Show You A Body”, con i suoi leggeri tocchi jazz, che arrivano improvvisi e deliziosi, sembra quasi avere l’intenzione di farci volare, sempre rimanendo, però, all’interno di un clima piuttosto oscuro.
“Oom Sha La La”, infine, ci regala altre emozioni e non ha nulla da invidiare alle colleghe più quotate e conosciute come Sharon Van Etten e Angel Olsen.
Una mezz’ora veramente intensa e ricca di sentimenti e di una buona varietà di stili: le qualità per garantire una brillante carriera a Haley sembrano esserci tutte.