Hai finito anche le patatine e ad un certo punto ti rendi conto che quella sedia rosa fluorescente sta cominciando a diventare parecchio rosa. Davvero troppo rosa. E ti stà fissando, sfacciatamente, la maledetta.
Ho pure una mezza idea di chi potrebbe essere la colpa.
Certo due pinte, birre belga dico eh, a stomaco vuoto potrebbero aver contribuito. Ed è lì insomma che capisci che è ora di scollare le chiappe e puntare verso il palco.
Infatti. Hanno aperto da pochissimo quindi impariamo anche questa: fidatevi, sempre, delle sedie troppo rosa.
Ladies & Gentleman benvenuti all’ ICA, venerdì 13 Aprile 2008, Londra. Mi tocca fare sto intro, dopotutto sono al concerto dei My Bloody Valentine. Di nuovo in tour dopo un eternità o giù di lì. E insomma sì, c’è una certa aspettativa nell’aria voglio dire. Al solito c’è anche troppo hype, guardo un paio di tipi che non sta bene fissare la gente lo so, ma se fai attenzione ce l’hanno scritto in faccia “sto qua perchè è figo ed è sold-out”. Miserabili.
Io cerco di assumere un espressione più onesta, tipo “sto quà perchè Helmuth usa le maiuscole e ho il culo di fare un lavoro dove si rimediano biglietti all’ultimo minuto”. Ma non lo faccio. Che è un espressione troppo complessa, io non ho fatto neanche le prove.
In realtà sono soprattutto curioso, di vedere come è che suona negli anni 2000 la band più anni ’90 degli anni ’80. E secondo me in questa frase c’è tutto il senso della faccenda.
Entrano sul palco i My Bloody Valentine, moderato casino, siamo inglesi dopotutto e comunque è un locale che non fà più di 300 posti credo. Grazie per essere venuti al nostro concerto di riscaldamento – sono le prima parole di Kevin Shields. Si perchè queste date all’ICA sono state aggiunte all’ultimo minuto, come reharsal prima del tour vero e proprio. No, non lo so neppure io cosa cambia, sempre concerto è ma tant’è che loro lo vogliono chiamare reharsal, fate pure purchè si suoni.
Shields butta lì due plettrate tanto per vedere se certi led là in basso fanno i colori giusti. E poi boom. “Only Shallow”. Cazzo allora è tutto vero. Quell’effetto marmellata di distorsori e fuzz-box ha ancora il suo buon sapore. Te lo lasci spalmare addosso ed è meglio della nutella. La batteria pista di brutto, basso e chitarra sono ridicolmente alti. Le voci forse un po’ troppo annegate in background.
Ma insomma si galleggia su “Honeypower” e “I Only Said” con quel loop così sgocciolante, concentrico, come increspature in un lago di mercurio. Ti resterà in risonanza in fondo ad un angolo del cervello per le prossime 48 ore.
La prima metà della scaletta si mantiene sulle atmosefere più sognanti e psichedeliche, nella seconda metà forse si accelera un po con una piuttosto memorabile Soon tra l’altro. Si suda, la gente si muove, i distorsori ti prendono di pancia. Insomma funzionano ancora i My Bloody Valentine, stordiscono.
Si è detto tanto, probabilmente troppo di questa band, nell’ultimo ventennio. Rimane anche dal vivo l’impressione che Shields e soci, nella loro carriera, abbiano rischiato tutto all’inizio e forse troppo poco alla fine. Tant’è che infatti la fine prematura è poi arrivata. Quello che potrebbero tirare fuori in studio oggi secondo me è ancora tutto da verificare.
Ma stasera è un bel viaggio a ritroso, per vedere da dove siamo arrivati.
E la deflagrazione finale in coda a “You Made Me Realise”, è in fondo una loro stessa ammissione di ricerca della regressione. I suoni si smontano in riverberi distorti, in un unità di tempo indefinita scandita a plettrate e distorsori dove la musica ti precipita addosso graffiando come sabbia. Neppure musica, è solo suono. Dovresti chiuderti le orecchie, e invece finisce che stringi gli occhi, è una tempesta sonica.
Amen. E’ di nuovo il 2008, usciamo fuori con le orecchie che ronzano, stanotte a dormire con un po del feedback dei My Bloody Valentine appiccicato addosso. E probabilmente qualcos’altro appiccicato in fondo al cuore. O in qualunque altro posto dove la buona musica ha messo radici.
Link:
My Bloody Valentine Official Site
My Bloody Valentine MySpace
MY BLOODY VALENTINE su IndieForBunnies:
Recensione “LOVELESS”
Video From The Nite:
Cigarette in Your Bed