Ecco la prima band sudamericana a firmare per Sub Pop. Che la mitica etichetta della Seattle ribelle, dei Nirvana e dei primi gemiti grunge, si sia definitivamente convertita ai ritmi latini ?
No, più semplicemente i CSS sono la dimostrazione vivente che in Brasile non si campa di sola bossanova e samba.

I Cansei de Ser Sexy allontanano infatti qualsiasi tipo di stereotipo riconducibile alla tradizione carioca, suggerendo viceversa affinità  con le recenti scene musico-modaiole di capitali americane ed europee (NYC e Londra su tutte).
Estetica in bilico tra glamour e indie, passione per i club ora ritrovo tanto degli amanti di rock indipendente che di elettronica, interessi che oltre la musica abbracciano visual art e design, se non fosse per il dialetto paulista mescolato all’inglese, faresti fatica a credere le CSS provenire dalla stessa patria di gente del calibro di Cibelle, Seu Jorge, Curumin (tanto per citare le ultime leve in casa carioca).

Guidate dalla nippo-brasiliana Lovefoxxx (così anche Sao Paulo ha la sua Karen “‘O) questo sestetto quasi totalmente femminile, presta fede al motto, tanto di moda di questi tempi, “più forma che sostanza”, allestendo, senza freni alcuni, il party indie della stagione.

Con uno sound ridotto a semplici basi di drum-machine e tastiere casio, ad elementari giri di basso e riff di chitarra della serie “ieri ho sentito per la prima volta London Calling ed oggi ho comprato una sei corde”, il menù delle CSS presenta rock per “riot-girl” (Elastica ma anche The Donnas), elettro-clash sboccato come solo Chicks On Speed e Peaches, festaiolo punk-funk di scuola LCD.
A rendere più godibile la festa improvvisata aggiungete uno spiccato senso ironico misto ad un invidiabile sfacciataggine, ed avrete titoli come “CSS Suxxx”, “Art Bitch”, “Fuckoff Is Not The Only Thing You Have To Show”, personaggi patinati messi alla berlina (Jennifer Lopez, Paris Hilton, Beyoncè) , liriche capaci di strapparvi sorrisi beoti da far invidia a Beavis & Butthead.